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IN MUHARRAQ - Padiglione Bahrain

PADIGLIONE BAHRAIN, 17. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA, LA BIENNALE DI VENEZIA 2021

IN MUHARRAQ

PADIGLIONE BAHRAIN, 17. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA, LA BIENNALE DI VENEZIA 2021

a cura di Noura Al-Sayeh, Ghassan Chemali

Espositori: Bureau Bas Smets, Christian Kerez OFFICE Kersten Geers David Van Severen, Team del Pearling Path (Fatema Abdali Abdulnabi, Shatha Abu El Fath, Ahmad Abd El Nabi, Batool Al Shaikh, Mario Affaki, Fatema Al Hayki, Ahmad Al Jishi, Mustafa Al Zurki, Ronan Dayot, Wissam Fadlalah, Sarah Fareed Hassani, Lucia Gomez, Yehya Hassan, Marwa Nabeel, Tamer Nassar, Faisal Soudaga, Shadi Taha), Studio Anne Holtrop, Studio Gionnata Rizzi, Valerio Olgiati

Commissario: Mai bint Mohammed Al Khalifa, Presidente del Bahrain Authority for Culture & Antiquities

Installation Local Coordination

 

 

Situato nell’Arsenale (Artiglierie) di Venezia, il padiglione si concentra sulle qualità unificanti dei processi di rigenerazione guidati dalla cultura, in particolare attraverso le iniziative di sviluppo attualmente in corso nel centro storico della città di Muharraq.

Al centro di queste iniziative vi è il sito Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO Pearling, Testimony of an Island Economy (o “Pearling Path”) che incarna l’eredità dell’era delle perle del Bahrain. Attraverso la riabilitazione del patrimonio architettonico e urbano della città, nonché la conservazione di una spiaggia e tre ostriche nel mare, si perpetua la narrazione delle perle mentre si innesca uno sviluppo economico, che riunisce diversi aspetti sociali, ambientali, culturali e funzionali aspetti della città. Il processo è incrementale, si adatta continuamente alle sfide di una città viva e la reinventa in continuità con la sua impronta e le pratiche sociali esistenti. La mostra presenta sia i risultati che i processi di realizzazione, attraverso la presentazione di modelli, oggetti, manufatti, disegni e conversazioni, mostrando il progetto nel suo stato attuale. Esplora le sfide nel far rivivere la memoria di “Pearling” come legante tra le caratteristiche fisiche della città e la sua identità, e si chiede se perle, ostriche, pietre di corallo, automobili e umani possano convivere in modo sostenibile oggi.

Il padiglione è costituito da un “altopiano” artificiale su cui sono esposti i diversi oggetti. La superficie sopraelevata occupa gran parte dello spazio espositivo, pur lasciando uno stretto passaggio che tutt’attorno. Sono presenti frammenti degli ingredienti che compongono il processo di rinascita di Muharraqi, sia che si tratti di singoli progetti di costruzione o di politiche di rigenerazione su scala urbana. Questi frammenti includono componenti naturali quali gusci di ostriche, mock-up di nuovi sviluppi come gli spazi pubblici progettati da Office KGDVS e Bas Smets, alcuni modelli architettonici come ad esempio il progetto di parcheggi multipiano pensati da Christian Kerez, alcuni pezzi originali tipici dell’architettura tradizionale Muharraqi e documenti di lavoro come quelli relativi a un progetto di riqualificazione urbana messi insieme da Gulf House Engineering.

Come il “Pearling Path” Patrimonio dell’Umanità ruota attorno a una narrazione – quella della precedente economia delle perle – così fa il padiglione, poiché le sue diverse componenti raccontano i capitoli della “storia” dello sviluppo. Mentre il perlaceo centro visitatori, progettato da Valerio Olgiati, evidenzia il ruolo del Sito come legante sociale che funge da agorà per la città; il Siyadi Pearl Museum, progettato dallo Studio Anne Holtrop, rivolge l’attenzione alla storia dell’artigianato e dello scambio di conoscenze di cui Muharraq è stato testimone. Altrove, l’esposizione degli approcci alla conservazione del patrimonio, realizzata dallo Studio Gionata Rizzi attraverso due modelli, pone l’accento sul valore del patrimonio come nuovo motore economico per l’ex città perla.

 

Photo Credits:
Gerda Studio, 2021